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da lorydc90 » ven 15 giu 2012, 11:46
E' vero, la morte è dietro l'angolo ed è giusto esserne consapevoli ma non condizionati. Perchè non si vive più altrimenti. Io ho avuto la fortuna/sfortuna in 21 anni di non subire grossi lutti fino ad ora. Dei miei nonni, uno è morto prima che nascessi, l'altro, malato da tempo, quando avevo 3 anni e mezzo (4 maggio 1994, 3 giorni dopo la scomparsa di A.Senna) e ora, da circa una settimana, le due nonne (89 e 91, non di primissimo pelo) cominciano a fare le bizze, soprattutto quella più anziana che probabilmente sta compiendo gli ultimissimi passi della sua vita. Quindi sono un po' di giorni che ci penso, penso a come reagirò per questa persona a cui voglio bene quando non ci sarà più. E mi viene una grossa malinconia anche perchè, da non credente, non riesco a concepire una vita ultraterrena, dove l'anima, per l'eternità, infonderà pace e speranze a tutti noi sulla terra. Ciò che resterà sarà il ricordo, quello non ce lo toglierà mai nessuno.
Io come la maggior parte delle persone ho paura della morte, verissimo. Sono un pilota, mi son trovato una volta senza freni, una volta con una gomma (non da masticare) spiaccicata sul casco, in testacoda sul rettilineo, i rischi me li son presi e credo che continuerò a prendermeli finchè me la sento e ne ho l'opportunità (c'è da considerare anche un dato, sono più numerosi i lutti nel mondo del calcio che in quello del Karting). La consapevolezza del pericolo ce l'ho ma preferisco vivere la vita facendo ciò che mi piace e che mi regala emozioni. In fondo la vita non è altro che una malattia a trasmissione sessuale con mortalità del 100%, (cit. da non so chi) quindi... Ciò, però, non mi spinge a ubriacarmi fino a sciogliermi il fegato, a fumare sigarette o erba che mi bruciano polmoni e cervello. Ritorno al concetto iniziale, vivete la vita con la consapevolezza che ci sarà una fine ma non vivete condizionati da questa, questa non si chiama vita.
Siamo tutti strani: se esistesse la normalità sarebbe quella la vera stranezza
